Dalla deregionalizzazione all’agenzia unica

Dalla deregionalizzazione degli uffici a un’agenzia unica per le ispezioni. L’autunno reca con sé importanti novità per i controlli sul lavoro. Che si tratti, per aziende e professionisti, di notizie buone o preoccupanti, sarà tutto da scoprire. La prima novità da registrare è quella portata dalla pubblicazione (Gazzetta Ufficiale n. 196/2014) del dpcm 14 febbraio 2014 n. 121 con il Regolamento di organizzazione del Ministero del lavoro (si veda ItaliaOggi del 27 agosto).

Con esso diventa tra l’altro operativa la «sparizione» delle storiche Direzioni regionali del lavoro a favore di organismi sovraregionali. Si tratta delle nuove Direzione interregionali del lavoro (Dil). Saranno quattro e a ognuna spetteranno le competenze ministeriali su una macroarea di regioni.

Le Dil avranno sede a Milano (per Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta), Venezia (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Veneto), Roma (Abruzzo, Lazio, Sardegna, Toscana e Umbria) e Napoli (Basilicata, Campania, Calabria, Molise e Puglia).

Ad onore del vero, ancora oggi si continua a rispondere ai centralini delle «solite» Direzione regionali. Ma il destino appare segnato. L’abolizione delle attuali Drl, pure con sostanziale mantenimento di 81 uffici provinciali (Direzioni territoriali del lavoro, Dtl), accentrando le relazioni istituzionali, reca con sé alcune incognite non secondarie legate all’attuale normativa. Per i professionisti, prima fra tutte, quella relativa alla funzionalità dei comitati regionali per i rapporti di lavoro. Non è infatti chiaro come d’ora innanzi dovrà essere data attuazione all’art. 17, del decreto legislativo n. 124/2004 (che prevede «tutti i ricorsi avverso gli atti di accertamento _ vanno inoltrati alla direzione regionale del lavoro»). Non risulta affatto certo, innanzitutto, a quali sedi andranno indirizzate le impugnative. Per esempio, per contrastare un verbale ispettivo nelle Marche, ci si può già ora rivolgere alla nuova Dil competente (nel caso, quella di Venezia)? O si continuerà a utilizzare il «vecchio» indirizzo (come noto l’inoltro dei ricorsi va necessariamente effettuato con Pec) delle attuali Drl?

Ancora più pregnante diventa, poi, il problema della legittima composizione del Comitato. Per legge esso va formato dal «direttore della direzione regionale del lavoro, che la presiede, dal direttore regionale dell’Inps e dal direttore regionale dell’Inail». Chi comporrà da adesso i nuovi comitati ultraregionali? La riforma Biagi, istituendo i Comitati, intendeva dare uniformità di vedute e risposte comuni alle problematiche ispettive a livello regionale. La nuova organizzazione ministeriale, tuttavia, non pare più rendere praticabile una tale logica di «peculiarità» locali, poiché le nuove Dil saranno lontane da tali dinamiche.

Per contro, si auspica che i nuovi organismi possano garantire una maggiore terzietà nelle decisioni, qualità spesso mancata nella prassi dei comitati. Problemi simili riguarderanno anche i previsti ricorsi al direttore della Drl (art. 16, dlgs n. 124/2044). A chi andrà adesso, per esempio, l’impugnazione relativa a un verbale ispettivo, o alla successiva ordinanza, da ispettori del lavoro di Cosenza? Si suppone alla Dil di Napoli. Come tutto quello che concernerà i controlli da Reggio Calabria a Caserta.

Pure il coordinamento degli organismi ispettivi al più alto livello locale sarà sovraregionale. Con qualche prevedibile problema di raccordo con i rappresentanti regionali di Inps, Inail, Guardia di finanza, Carabinieri, Aziende sanitarie locali.

Ma la vera novità per i controlli ispettivi è quella che si sta «agitando» in seno al Jobs Act, come parte della più ampia riforma del lavoro, ora in discussione. Con l’obiettivo di garantire razionalizzazione dell’attività di ispezione in materia di lavoro, si sta per concepire la nuova Agenzia unica per le ispezioni del lavoro. Un vero «colosso» dei controlli sul lavoro che dovrebbe sorgere dalla fusione dei servizi ispettivi di ministero del lavoro, Inps e Inail, coordinati con gli ispettori di Asl e Arpa.

Come dire un’unica «squadra» da migliaia di funzionari che dovrebbe rendere più facile, o molto meno, un confronto paritetico sul lavoro e sulle garanzie per aziende e professionisti.

di Mauro Parisi

[ItaliaOggi n. 231 del 30.09.2014]